manifesto dell'abitare
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Giardino
Giardino

Quest’ombra, pur non essendo verità, deriva tuttavia dalla verità e conduce alla verità, di conseguenza, non devi credere che in essa sia insito l’errore, ma che vi sia il meccanismo del vero.

Giordano Bruno

Quest’ombra, pur non essendo verità, deriva tuttavia dalla verità e conduce alla verità, di conseguenza, non devi credere che in essa sia insito l’errore, ma che vi sia il meccanismo del vero.

Giordano Bruno

Da sempre, il giardino ha un ruolo fondamentale nel percorso e nello sviluppo della civiltà, esprimendo la relazione esistente tra una civiltà e il suo ambiente naturale. Per stare bene, infatti, abbiamo bisogno di intimità e protezione, ma anche di spazi aperti e natura. Essere circondati da piante e fiori genera risposte fisiologiche come una maggiore attività cerebrale e una riduzione degli ormoni dello stress.

Nel Medioevo, il giardino (hortus conclusus) è uno spazio al servizio della mente, luogo di meditazione e raccoglimento spirituale, incarnazione terrena del paradiso, ricerca dell’ideale.

Nel nostro piccolo, una passeggiata in giardino diventa un’occasione per illuminare la mente e aumentare la conoscenza di sé e del mondo che ci circonda. E quale migliore metafora, se non quella della luce, per significare la conoscenza? Basti pensare all’Illuminismo, la cui vocazione principale era quella di ‘illuminare’ la mente degli uomini, ottenebrata dall’ignoranza e dalla superstizione. Troppa luce, però, può diventare accecante: ecco che allora entrano in gioco le piante e gli alberi del giardino, che con i loro rami e le loro foglie filtrano la luce diretta del sole.

Scopriamo così il potere dell’ombra, che, intesa come opportuna progettazione della luce, dà forma, prospettiva e profondità a ciò che ci circonda.

Ma il termine hortus, corrispondente latino del nostro ‘giardino’, presenta anche un altro significato, indicando un piccolo appezzamento di terra coltivato a fini alimentari con ortaggi e piante da frutto. Oggi, soprattutto nei Paesi industrializzati, la produzione di massa ci ha abituati a ‘raccogliere’ frutta e verdura dai freddi scaffali di un supermercato. Unendo attività pratica e attività contemplativa, l’orto si trasforma così in una straordinaria opportunità per riconciliarsi con le proprie radici, attraverso la (ri)scoperta dei ritmi della natura e dei gesti dei nostri predecessori, provvedendo non solo al nutrimento del corpo, ma anche e soprattutto a quello dell’animo.

Da sempre, il giardino ha un ruolo fondamentale nel percorso e nello sviluppo della civiltà, esprimendo la relazione esistente tra una civiltà e il suo ambiente naturale. Per stare bene, infatti, abbiamo bisogno di intimità e protezione, ma anche di spazi aperti e natura. Essere circondati da piante e fiori genera risposte fisiologiche come una maggiore attività cerebrale e una riduzione degli ormoni dello stress.

Nel Medioevo, il giardino (hortus conclusus) è uno spazio al servizio della mente, luogo di meditazione e raccoglimento spirituale, incarnazione terrena del paradiso, ricerca dell’ideale.

Nel nostro piccolo, una passeggiata in giardino diventa un’occasione per illuminare la mente e aumentare la conoscenza di sé e del mondo che ci circonda. E quale migliore metafora, se non quella della luce, per significare la conoscenza? Basti pensare all’Illuminismo, la cui vocazione principale era quella di ‘illuminare’ la mente degli uomini, ottenebrata dall’ignoranza e dalla superstizione. Troppa luce, però, può diventare accecante: ecco che allora entrano in gioco le piante e gli alberi del giardino, che con i loro rami e le loro foglie filtrano la luce diretta del sole.

Scopriamo così il potere dell’ombra, che, intesa come opportuna progettazione della luce, dà forma, prospettiva e profondità a ciò che ci circonda.

Ma il termine hortus, corrispondente latino del nostro ‘giardino’, presenta anche un altro significato, indicando un piccolo appezzamento di terra coltivato a fini alimentari con ortaggi e piante da frutto. Oggi, soprattutto nei Paesi industrializzati, la produzione di massa ci ha abituati a ‘raccogliere’ frutta e verdura dai freddi scaffali di un supermercato. Unendo attività pratica e attività contemplativa, l’orto si trasforma così in una straordinaria opportunità per riconciliarsi con le proprie radici, attraverso la (ri)scoperta dei ritmi della natura e dei gesti dei nostri predecessori, provvedendo non solo al nutrimento del corpo, ma anche e soprattutto a quello dell’animo.